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cinque lamiere

Cinque fogli di lamiera,

un filo di ferro sottile,

poche saldature,

una figura eterea vestita di ragnatela,

il mantice che infiamma la forgia

e parte un sogno.

Ti assale una sensazione

come se dalla punta dei piedi

salisse acqua calda per tutto il corpo,

Intorno a te tutti gli attrezzi

desiderosi come musicisti pronti

ad eseguire un pezzo d’opera.

Il maestro al centro della officina

batte l’elettrodo e la massa risponde

scintille come brillanti si scatenano,

il fuoco dell’anima doma il ferro

che scorre come sangue nelle vene,

e poi un dispettoso fantasma di fumo grigio,

gioca fra le ombre

di quel meraviglioso palcoscenico.

Che spettacolo !!

Le lamiere accarezzano la forma

la vestono guidate da sapienti mani.

Sta nascendo il simbolo di Vesta

protettrice del sacro fuoco

La musica continua spuntano

come per incanto le braccia, le mani, il viso

e una cascata di capelli di lucido acciaio

che si lascia modellare dal vento,

e poi lo sguardo finale

tra artista e l’opera d’arte

che si guardano in un silenzioso rispetto.

Gli attrezzi tutti intorno felici attendono il nuovo giorno,

sanno che arriverà una nuova opera.

E  pensare che tutto è nato da cinque lamiere

un po’di ferro e una grande passione

guidata da Dio

 

 

volevo solo dirti questo requerdas amigo mio (in Spagnolo)

Requerdas amigo mio

Recuerdas amigo mío?

cuando corríamos contra el viento,

cuando música, pasiones y deseos

se perdían en los tragos de ron

Corríamos a buscar los amaneceres

a calentarnos al calor de la luna

donde solo los besos a las enamoradas

daban sabor a las horas despreocupadas

Corríamos como caballeros del tiempo

para atrapar los sueños y perseguir las ilusiones

Pero esto no bastaba

Faltaba el lenguaje del corazón

que diera importancia al amor

Cada hombre tiene un ángel

que lo acompaña a lo largo de su existencia

Tu ángel se llama Clelia

y con ella lograrás las metas de la vida

Llegarán las sonrisas de los niños

entre los pechos maternos

seréis artífices de la vida

y cuando este milagro se dé

la carrera terminará y seréis felices

apretaréis entre las manos

pequeñas manos y con pequeños pasos

acompañaréis vuestro futuro

yo, amigos mios, solo quería deciros esto

 

 

e poi all'improvviso un sì

Oggi il Tricolore

non mostra le medaglie al valore,

non sventola  fra i monumenti di marmo  prezioso,

non cerca allori, non cerca glorie.

Oggi il Tricolore ospita l’amore

felice tra i quadri di mille colori.

Fa gli onori di casa nel tempio del popolo

mentre il profumo di aranci

pervade lo spazio intorno.

Dormono i telefoni tra le carte polverose

e i timbri  assorti riposano sui tamponi

Il  tappeto rosso veste le scale

e attende le orme di due  cuori innamorati

verso la  Sala Consiliare.

La penna d’argento  è lì pronta a siglare

l’unità  della vita.

Tutto è magico  tutto è silenzio

poi all ’improvviso un sì

e un  vento di sorrisi soffia sul Tricolore

annunciando  il trionfo dell’amore.

 

 

 

 

 

Voglia di respirare

 

Odore acre di zenzero e cipolle

tra le mura  fredde della stanza vuota.

Due bicchieri e due sedie

e lo  sfogo  di un amico

pieno di perché che cercava risposte.

Il  grigio dominava le pareti

vissute della vecchia  casa

lasciando ai pensieri solo lacrime.

Tutto sapeva di amaro e di sconfitta

e solo il coraggio della dignità poteva

restituirgli l’ orgoglio  del suo cuore ferito.

Tutto sembrava perso

meno il desiderio di ricominciare.

Guardava spesso le sue mani

profumate di legno che sapevano fare

e che non l’avrebbero tradito.

Pugni al muro  e rabbia

e la dannata voglia di respirare,

di ritornare vento, e volare alto

per  ritrovare se stesso

Oggi tra quelle pareti

è ritornata la primavera

L’arcobaleno ha sostituito il grigio

e le campane suonano a festa

svegliando il borgo.

Un saluto alla foto degli amici

operai sulla trave

per tornare  a sorridere.

Ci saranno notti difficile da passare

ma avrà l’alba a restituirgli le speranze

e quando le nubi oscureranno il sole

ci sarà la luce degli amici a difenderlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

chiodo nella roccia

Volevo conquistare la vetta

godermi i raggi solari dell’alba

e respirare l’azzurro

pieno di cristalli di luce.

Mi bastava il profilo dei monti,

una parete di roccia

e uno zaino pieno di desideri.

Obiettivo, la vetta,

per essere per un attimo

solo davanti al Creato.

Corde, chiodi e polvere di magnesite,

testimoni della mia felicità

e la strada che conduceva in paradiso.

All’improvviso la montagna cambiò colore,

il grigio oscurò l’orizzonte

e il destino si fece tempesta.

Sentivo il vento che mi seccava la pelle,

la polvere mi bruciava gli occhi

e le forze mi abbandonavano.

Gridavo... gridavo ma nessuno mi ascoltava,

le corde vibravano tirate dal demonio,

che crudele voleva strappare

il chiodo dalla roccia.

Le lacrime si confondevano

tra le gocce della tempesta

e la natura prepotente si scatenava.

Ma lo sguardo era fisso su un punto

che brillava e mi dava sicurezza e speranza,

un punto d’argento prezioso

incastrato nella roccia.

Passò del tempo, la natura si arrese

e il sole riconquistò la pace.

Testardo continuai a salire

per conquistare la vetta,

per un minuto guardai l’orizzonte.

Avevo un altro desiderio... ringraziare  un amico,

quel chiodo nella roccia che resterà per sempre

l’ancora di tutte le persone

colpite dalle tempeste della vita.

 
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