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SONO ARRIVATO TARDI

Ti ho lasciato una rosa come segno di affetto.

Me l'avevi chiesta qualche giorno fa

per metterla sotto la cornice dei tuoi genitori.

Ma sono arrivato tardi.

Nella vita arriviamo sempre tardi,

non badiamo alle priorità,

trascuriamo gli affetti, i sentimenti, i veri valori.

Novembre porta con sé un motivo in più

per custodire un fiore.

Ma sono arrivato tardi.

Non ho potuto assaporare la tua gioia

nel prendere in mano quel fiore.

Portala con te nell'ultimo viaggio,

sono sicuro che ti farà buona compagnia.

Parlale di Platone, di Seneca, di Lucilio, di Socrate

e di altri mille filosofi che tu amavi,

raccontale le mille battaglie nelle aule del diritto.

Lei non ti giudicherà.

E ricorda che le rose di seta

non hanno bisogno di acqua,

nascono da una passione d'amore

e rappresentano l'affetto puro per un amico.

Là dove riposano i giusti non esiste il tempo,

là non si arriva mai tardi.

Continuerò a portarti una rosa

e non sarà mai tardi.

 

Il silenzio di una quercia che cade

 

L'ultima volta non aveva la forza di

lanciare il sasso al suo cagnolino.

Il destino l'aveva colpita duramente,

prima alle gambe, poi alle mani,

e infine alla parola.

È così che una quercia cade:

in silenzio,

senza far rumore,

desiderando solo di ritornare

alla amata terra.

La stessa terra che per mille stagioni

è stata da lei coltivata e amata,

La stessa terra su cui ha lasciato i semi

che oggi sono forieri della sua onestà.

Oggi la Marsica si riprende Nina,

un albero consumato.

La abbraccerà e la custodirà,

perché sa quanto hanno dato quei rami...

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Vagabondo

Vagabondo nella notte

come un' ombra tra i corridoi della sofferenza

cerco l'arcobaleno delle giornate serene

tra i residui di sguardi in un volto ancora amato e sofferto.

Attendo la terra arata a restituirmi il fiore dell' amore

ormai sommerso dalla gramigna.

Ritorneranno le gocce a  purificare quelle zolle

e il seme rinascerà a restituirmi la dignità.

 

Il colore dei sogni

 

Il bianco sul viso e le labbra rosso fuoco,

le ciglia esagerate,

i capelli di riccioli gialli,

la cravatta a pois,

la giacca di dieci misure più grandi,

variopinte bretelle per reggere enormi pantaloni,

pallina sul naso e grosse scarpe.

Ecco... tutto qui!

Faccio lo stupido intelligente,

sono un pagliaccio che fa ridere e che fa piangere.

Rimbalzo, saltello, sbuffo,

emoziono grandi e piccini

e aspetto applausi.

Ogni sera mi trucco e mi strucco

fino a dimenticare qual è la mia vera faccia.

Sono un acquerello dell’anima,

e quando nell’ oscurità della platea

vedo gli occhi sorridenti dei bambini

mi rimane la certezza

di aver dato colore ai loro sogni

e... rido...

Luco dei Marsi, 22 agosto 2002

 

Portatore di storia

 

 

Mi illumino

nello sguardo di un vecchio.

Leggere in quegli occhi,

e poi... come un libro... sfogliarlo.

Sentire il profumo dell’età, degli ideali,

dell’esperienza, dell’amore.

Ripercorrere un’altra generazione

è come vivere un’emozione di altri tempi,

momento per momento,

e poi... farne tesoro.

I capelli d’argento sono il riflesso luminoso

di una candela consumata

che dà tanta luce e nè darà ancora

sulle pagine bianche del libro della vita,

e l’uomo diventa saggio

quando sa ascoltare la voce ed i silenzi

di chi è portatore di storia.

 

 

 

In occasione del raduno della classe del ’26, Ristorante “Il Corallo”

Luco dei Marsi, 19 maggio 2001

 
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