L'uomo delle farine
All’ alba Il vecchio portone dava luce al mulino
e l’uomo delle farine come ogni giorno
rinnovava il miracolo del grano.
La macina ruotava rumorosa
sprigionando un canto libero
come inno al simbolo della vita.
E l’uomo delle farine era lì
come ogni mattino ad accarezzare
con la mano esperta
la cascata di quel bianco fiore.
Ne sapeva dosare la finezza
ne miscelava le specie,
ne comprendeva il valore
e in quel sacro gesto ne racchiudeva
il mistero del dono di Dio
Un giorno
il portone del mulino non si aprì,
la macina era ferma,
la cascata di bianco fiore era muta
L’uomo delle farine
non si era visto quella mattina
forse era ritornato in cielo.
Il mattino all’alba una mano giovane
fece un giro di chiave al vecchio portone
lo aprì riportando la luce in quel sacro luogo.
Come per incanto la macina ritornò a cantare,
la bianca fonte continuò a sorridere.
L’uomo delle farine
non c’è più ma in ogni sacco
se ne sente il profumo.
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